giovedì 31 luglio 2008

IL BOJA KARADZIC DAVANTI AL TRIBUNALE DELL'AJA


Karadzic ai giudici dell'Aja:
"Mi difendo da solo,
nel '96 accordo di impunità con gli Usa"

"Mi difendo da solo, so che ne ho il diritto". Queste le prime parole pronunciate dall'ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic, comparso di fronte ai giudici del Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi). "Ho un consigliere invisibile, ma ho deciso di rappresentarmi da solo", ha dichiarato poi al giudice Alphons Orie.
Karadzic ha anche rivelato di avere siglato nel 1996 un accordo diretto con Richard Holbrooke, plenipotenziario americano dell'amministrazione Clinton per i Balcani negli anni '90, che gli avrebbe garantito l'impunità in cambio del ritiro dalla vita pubblica. Karadzic ha detto di avere un documento di 40 pagine sulla vicenda che intende consegnare ai giudici.
Per assistere all'udienza preliminare del procedimento per genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità dell'ex presidente della Rs, sono giunti all'Aja decine di giornalisti, fotografi e reporter. Lo spiazzo davanti alla sede del Tribunale, è da ieri occupata dai furgoni e dai satelliti delle Tv, in particolare quelle dei paesi dei Balcani.
L'ex leader serbo bosniaco ha denunciato anche illegalità nell'arresto e anche nell'estradizione.
"A Belgrado - ha detto - sono stato arrestato in modo illegale e trattenuto per tre giorni in cui non mi è stato permesso di parlare al telefono, mandare sms né di avvalermi di un avvocato".
Illegale, ha definito Karadzic anche l'estradizione per via di un accordo siglato appunto con gli Usa.
Karadzic è arrivato alla sede del tribunale dell'Aja in un convoglio di veicoli giusto prima dell'inizio del procedimento, che si è aperto pochi minuti dopo le 16. Quando la Corte gli ha chiesto se voleva servirsi di un avvocato, Karadzic ha confermato l'intenzione di difendersi da solo. Poi ha ascoltato impassibile, ma con il volto tirato, la lettura dei diritti e degli 11 capi d'imputazione, tra cui la responsabilità per la pulizia etnica in Bosnia, il sanguinoso assedio di Sarajevo e il massacro di 8mila civili a Srebrenica.
Non ha risposto alla domanda di rito dei giudici che gli hanno chiesto se si dichiara innocente o colpevole dei reati di cui è accusato. Karadzic ha detto di avere bisogno di più tempo per analizzare i capi di accusa. Il giudice ha fissato una nuova udienza il 29 agosto. Per istruire il processo ci vorranno alcuni mesi.
Con i capelli tagliati e la barba rasata, Karadzic ha perso l'aspetto da santone sotto il quale si era nascosto nell'ultimo periodo della latitanza. Ripreso il suo aspetto di un tempo, è apparso dimagrito e invecchiato dopo quasi 13 anni di fuga, terminati con l'arresto del 21 luglio a Belgrado.

(Fonte RaiNews24)

UNA BOCCATA D'ARIA PURA....

GIOVANNI FALCONE


REVISIONE STORICA

Ricevo e pubblico....
Numero 11 – luglio/agosto 2008
CULTURA: MILIONI DI EURO AL MADRE, SPICCIOLI AL MUSEO FILANGIERI
(Lettera Napoletana) Il Museo Civico Gaetano Filangieri, chiuso ormai da 10 anni, rischia l’estinzione per mancanza di fondi. Lo ha denunciato il suo direttore, Giampaolo Leonetti in una intervista a “Il Mattino” (25.7.2008). Lo scorso anno il Comune di Napoli ha perso, per ritardi nella presentazione del progetto, finanziamenti dell’UE per 2 milioni 311 mila euro destinati ai lavori di ristrutturazione di Palazzo Como ed alla sistemazione del Museo. (cfr. Lettera Napoletana n. 3/2007).
Dal 2005 il Comune di Napoli stanzia progressivamente meno risorse per il Museo Filangieri: 250 mila euro nel 2005, 235 mila nel 2006, 195 mila nel 2007. Cifre minime anche per il bilancio del Comune.
La vicenda del Museo Filangieri, che ospita importanti testimonianze borboniche, una collezione di dipinti di Ribera, Giordano, Vaccaro, rare collezioni numismatiche e di armi, e dispone di una biblioteca di 30 mila volumi, è emblematica del cosiddetto “Rinascimento” bassoliniano degli anni ‘90. Mentre si stanziavano enormi risorse per pseudo opere d’arte come la “Montagna di sale” di Mimmo Paladino, il mulino in ferro al Ponte di Tappia di Jannis Kounellis, o le teste di morto di Rebecca Horn (Natale 2002), e mentre si costituiva una potente lobby di artisti, critici d’arte e giornalisti, si diminuivano gli stanziamenti per le strutture culturali permanenti come i musei. Sono nati in città con finanziamenti soprattutto della Regione Campania, due musei di arte moderna, il Pan ed il Madre. Quest’ultimo, diretto dall’ex giornalista de “l’Unità” Eduardo Cicelyn, consulente artistico di Bassolino, costa da solo 8 milioni di euro all’anno. Il costo annuale del Museo Filangieri – secondo dati del suo direttore – è di 400 mila euro all’anno. (LN11/08)


DUE SICILIE: L’INNO DEL RE DI PAISIELLO IN CD
(Lettera Napoletana) L’Inno del Re di Giovanni Paisiello, inno ufficiale del Regno delle Due Sicilie, sarà pubblicato in cd dall’Editoriale Il Giglio. Disponibile finora solo in riproduzioni artigianali ed in alcune versioni Mp3 su Internet, l’Inno del Re è stato inciso dall’Ensemble Nuove Armonie, diretto dal maestro Ida Tramontano.
Il cd, in uscita a settembre, propone tre versioni dell’Inno: per coro, soprano solista, e tromba solista. (LN11/08)


DUE SICILIE: GLI EROI DEL VOLTURNO, CONVEGNO A CAPUA
(Lettera Napoletana) Sarà dedicato a José Borjes l’annuale convegno di Capua “Gli eroi del Volturno”, organizzato dal dottor Giovanni Salemi e dall’Editoriale Il Giglio, che si svolgerà il 4 ottobre.
La figura del generale carlista (1813-1861), che combatté da volontario per i Borbone in Calabria, fino all’arresto ed alla fucilazione senza processo da parte dei piemontesi, sarà rievocata dal prof. Miguel Ayuso, dell’Università Comillas di Madrid. Previsti anche gli interventi dell’avv. Fernando Corradini e del presidente del Movimento Neoborbonico Gennaro De Crescenzo. (LN11/08)


REVISIONE STORICA: EDUARDO BENNATO, L’INVENZIONE DELL’ITALIA
(Lettera Napoletana) Il cantautore napoletano Eduardo Bennato ha composto per il suo ultimo cd una canzone piena di graffiante ironia su quella che definisce “l’invenzione dell’Italia”.
“C’era un re”, questo il titolo del brano, parla dei “sogni di grandezza” di Vittorio Emanuele II di Savoia, sovrano di “un regno da operetta”, e del coinvolgimento di Cavour, Mazzini e Garibaldi, nell’obbiettivo di invadere “altri regni più importanti” fino al completamento “del loro folle colpo di mano”. “E così si inventarono l’Italia”, conclude amaramente Bennato.

Il video di “C’era un re” è disponibile su Internet (
http://wpop15.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=xkj27I/7ss%2B34GrJR2uu6QbcujwNuq5Zxvl10DPtpIoSvdVmGx/HUXtCSITXhG/F&Link=http%3A//it.youtube.com/watch%3Fv%3DG1UIfQvYhmI )

Naturalmente una canzone non è un articolo di storia ed a Eduardo Bennato si dovrebbe fare osservare che fu piuttosto Vittorio Emanuele II ad essere strumento di Cavour, Mazzini, e degli altri responsabili, anche occulti, del cosiddetto Risorgimento, ma la canzone contribuisce certamente a livello divulgativo a mettere in discussione i miti fondatori e la rinnovata retorica dell’unificazione italiana e può essere uno spunto di riflessione, soprattutto in ambiente giovanile, sulle vere ragioni della nostra crisi. (LN11/08)


REVISIONE STORICA: MENO PIAZZE PER GARIBALDI
(Lettera Napoletana) Il sindaco di Capo d’Orlando (Messina), Enzo Sindoni, ha cambiato denominazione a piazza Garibaldi, che è diventata piazza IV luglio, data che ricorda una battaglia del 1299 nella quale morirono migliaia di messinesi.
Il 28 giugno a Capo d’Orlando si è svolto un convegno organizzato dal Comune sulla figura di Garibaldi e sulle le conseguenze del suo sbarco in Sicilia. È stata l’occasione per una utile controinformazione sull’avventuriero. In risposta alla decisione del sindaco di Capo D’Orlando il prefetto di Messina, Francesco Alecci, ha incaricato la polizia di acquisire la delibera della giunta comunale. Alcuni esponenti del Pd e di una lista locale di centrosinistra hanno promosso un comitato Pro Garibaldi. Molto più numerosi sono stati i consensi espressi da singoli siciliani e meridionali e da associazioni.
Ancora in Sicilia, a Noto (Siracusa) la giunta municipale, su proposta dell’assessore alla cultura Francesco Balsamo, ha collocato in piazza Stella Maris, nella contrada Calabernardo, una lapide a re Ferdinando II di Borbone. Nella stessa città un viale è intitolato al sovrano delle Due Sicilie.
Nonostante il bicentenario garibaldino del 2007 e la retorica risorgimentale rilanciata dalle massime cariche istituzionali si moltiplicano dunque le iniziative tendenti a ricostruire nella toponomastica e nei monumenti la memoria delle Due Sicilie.
A Locri nel maggio 2007 per iniziativa del sindaco Francesco Macrì un busto d’epoca di Ferdinando II è stato collocato nel Municipio. (LN11/08)
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Lettera napoletana
Visita il nostro sito web: http://www.editorialeilgiglio.it/

MORTI BIANCHE

Dal libro "Morti Bianche" di Samanta Di Persio .
"Sono Pietro Mirabelli, operaio della TAV e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS). Da dodici anni sono presente sul cantiere del Cavet (Consorzio Alta Velocità Emilia e Toscana) l’impresa che ha vinto l’appalto per la realizzazione del tratto che permetterà di collegare Bologna a Firenze. In questi anni ho visto decine e decine di operai infortunarsi, diventare invalidi e morire.Manca poco alla fine della realizzazione. Molti uomini e donne saliranno sui treni e non immagineranno quanto sangue è stato versato, quante madri hanno pianto per i loro figli e quante mogli sono rimaste sole. L’attenzione sugli infortuni sul lavoro è forte quando ci sono incidenti nei luoghi di lavoro, se ne parla una settimana, e poi tutto viene messo nel conservatorio della dimenticanza. Ma ogni giorno muoiono lavoratori in aziende sconosciute, nell’edilizia, nell’agricoltura. Poi, quando accadono ad esempio stragi come quella di Torino, allora qualcuno se ne occupa. In uno dei tanti incidenti avvenuto nella realtà dove lavoro, ci fu un infortunio mortale nel tratto emiliano. Sull’articolo di giornale non ne è stato riportato nemmeno il nome.Il problema principale non lo affronta nessuno. Sulle procedure di sicurezze presenti sui piani operativi di sicurezza (POS) c’è scritto ciò che si può fare e ciò che non si può fare. Un lavoratore consapevole del rischio che va ad affrontare, volendo potrebbe rifiutarsi di eseguire un incarico pericoloso. Ma a pericolo identificato si pensa alla famiglia, non si vuole mettere a rischio il posto di lavoro considerando quanto è difficile oggi trovarne uno.L’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi nella trasmissione di Fazio “Che tempo che fa”, ricordò il collegamento veloce fra Bologna-Firenze sottolineando 17 gallerie. Non un accenno ai lavoratori che hanno lasciato la vita per dare la possibilità a tutti gli italiani di accorciare le distanze. Pasqualino Giordano, 20 anni, è morto al primo giorno di lavoro, vogliamo ricordarlo?Io mi sento parte fondamentale della nostra società. Oggi però, televisione e giornali parlano dell’Isola dei famosi, mentre noi lavoriamo nel sottosuolo, dove il pericolo può arrivare da qualsiasi parte: dall’alto, dal basso, da destra e da sinistra. Ci sono macchine in movimento, esplosione di mine, fango, ecc. Un RLS o un RSU dovrebbe essere presente per ogni squadra. A volte i preposti alla sorveglianza o sono poco formati, o sono parenti dei datori di lavoro. Cosa significa? Se venisse riscontrata una situazione di rischio non si può fermare subito la produzione, si va avanti piano, piano cercando di fare attenzione. Si deve sempre sperare che non succeda niente. Quando ci vengono consegnati gli ordini di servizio,li firmiamo per ricevuta consegna. Poi ci viene data una mascherina antipolvere, un elmetto, guanti e tute ad alta visibilità. Oggi facciamo un corso su come utilizzare quanto ci viene fornito, ma solo dopo pressioni fatte dai RLS e RSU. Mi domando se queste protezioni siano sufficienti. Mio padre era minatore come me, l’ho visto ammalarsi di silicosi, l’ho visto spegnersi giorno dopo giorno all’età di 70 anni, un’agonia lenta. Io sono calabrese, della provincia di Crotone, dalle nostre parti non c’è occupazione. Metà del mio paese lavora nelle galleria. Un lavoro che non vuole fare più nessuno ed è comprensibile. Un lavoro usurante.Nel cantiere non è presente solo la ditta Cavet, alcuni lavori sono stati subappaltati. Ci sono più squadre che lavorano insieme. Io mi sono trovato a fare sopralluoghi per la sicurezza, dove c’erano squadre di piccole aziende subappaltatrici e non venivano rispettate le norme di sicurezza. Inoltre non c’è solo un problema di coordinamento fra squadre di operai che non si conoscono, ma anche di lingua. Perché ci sono molti extracomunitari, secondo me sfruttati perché li ho visti lavorare anche per 12/13 ore per turno.Spesso non conoscono i loro diritti. Io nella mia esperienza di RLS, ho fatto piccole conquiste, ma è presumibile che il pericolo non finisca una volta che il consorzio Cavet riconsegnerà il lavoro terminato. Il Cavet ha capito l’esigenza di fare corsi, anche se di poche ore, sulla sicurezza e sulla formazione. Mi consola l’idea di aver insegnato a qualcuno l’importanza del rispetto delle leggi per la sicurezza di noi operai. Purtroppo l’applicazione delle norme è fondamentale e i sindacati devono impegnarsi.Noi operai non solo siamo dimenticati presto, ma neanche ci viene data giustizia. Nel 2001 l’operaio Pasquale Adamo perse la vita mentre stava perforando il monte Morello con l’ausilio di uno speciale macchinario. Il suo giubbotto si è impigliato nella trivella, lo ha avvolto e stritolato. La condanna per i responsabili è stata una multa. Non si può pagare una multa per una vita umana. Non è possibile che per omicidio colposo il massimo della pena siano 5 anni. Proviamo a pensare che il nostro lavoro non è stato scelto per piacere, ma perché non c’era alternativa. Quando un giovane laureato del mio paese si trova in un cantiere a fare una mansione obbligata da questa società, dove solo i figli dei ministri devono fare i consulenti, possiamo pensare che lavora in uno stato di malessere? L’Italia paga milioni di euro a causa di infortuni sul lavoro. Più sicurezza e denunce rappresenterebbero, non solo un costo inferiore per lo Stato, ma anche un beneficio sulla qualità produttiva."
Samanta Di Persio dal libro "Morti Bianche"

martedì 29 luglio 2008

I TEMPI SONO MATURI....





















Pubblico con vero piacere questo intervento del mio fraterno amico Nello Esposito,fervente "patriota delle DueSicilie",con una nota:i tempi,caro Nello,sono maturi...i popoli vittime dell'aggressione sabauda non possono non trovare una sintonia perchè l'autodeterminazione dei Veneti "passa" o si "accelera" attraverso quella dei Siciliani,dei Liguri dei Meridionali...dei Sardi...dei Friulani...
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UNITA'?
“I TEMPI SONO MATURI” qualcuno molto più intelligente di me faceva notare. Dopo circa 150 anni dalla geopolitica unità truffaldina della penisola italica, è giunto il momento di raccogliere i frutti che i nostri avi hanno seminato.Lo stato sabaudo, sta correndo ai ripari, gli eredi di cavour sono impegnati in una campagna mediatica mirata al recupero della mentalità unitaria, cercando invano di trasmettere quel senso nazionalistico che non sono riusciti a creare in 147 anni di esistenza del governo italiano.Da una parte c'è l'inutile presidente che cerca di risollevare il valore della bandiera e della costituzione, dall'altra i ministri che organizzano, degni dei migliori attori, tappe sul tutto il territorio nazionale, militarizzando città, piazze, quartieri, proprio come farebbe un invasore nel territorio conquistato.Se per un giorno cesserebbe il servilismo dei media, agli occhi dei tanti, l'italia farebbe la figura di un paese che cerca un inutile recupero del mai esistito senso patriottico.Le ultime elezioni politiche hanno evidenziato, anche se nessun media l'ha riportato, come la maggioranza degli italioti (più del 40% sul totale del corpo elettorale) abbia scelto di non premiare ancora una volta i partiti nazionalisti.
Tutto questo movimento preventivo trae origini sicuramente dalle continue minacce al pensiero nazional-sabaudo, che tutti i movimenti indipendentisti stanno mostrando, ricevendo sempre più consensi da parte della gente che ha notato la politica fallimentare degli ultimi 147 anni.
I liguri con il M.I.L., i veneti con i P.N.V., il sud con i Comitati Due Sicilie, rappresentano solo alcuni di questi movimenti che crescendo anche grazie alla libera voglia di comunicare che trova sfogo nella grande rete che internet ci offre, stanno minacciando la nazione sabauda.Ma per raccogliere i frutti, bisogna lottare contro tanti nemici.
Un nemico è rappresentato dalla voglia di protagonismo e di potere che caratterizza l'operato di qualche esponente di movimenti indipendentisti, questo sottrae energia alle azioni volte al recupero dell'identità storico culturale che è alla base del raggiungimento degli obbiettivi di noi tutti.
Un altro nemico sono i media servi dell'italia, che diffondono propaganda sabauda screditando ingiustamente gli esponenti dei movimenti indipendentisti, accostandoli a seconda delle occasioni, a camorristi/mafiosi o a razzisti.Un nemico da non sottovalutare, sono invece la creazione, la diffusione, e l'appoggio da parte di politici romani, di partiti doubleface, autonomisti dichiarati, filosabaudi per necessità, che alla stregua dei peggiori venditori di fumo, distolgono l'attenzione dei tanti che anelano ad un indipendenza del loro territorio.Essere compatti contro il comune male che è la causa scatenante della nostra nascita, è il mezzo più semplice per raccogliere i meritati frutti che da circa 150 anni stanno maturando, il recupero storico-culturale che stiamo cercando può partire proprio dal sentimento che noi tutti proviamo verso lo stato sabaudo, noi tutti amiamo quello che la nostra terra era prima del 1861.Essere consapevoli che potenzialmente siamo la maggioranza del culturalmente inesistente popolo italiano, ci dia la forza e la consapevolezza che proprio la loro creatura (l'unità dei popoli di diverse nazioni) gli si rivolterà contro.
Nello Esposito
Pubblicato da duesicilie a 7/29/2008

Lavori in corso per la festa dei Veneti...

http://www.raixevenete.net

SUGLI INSULTI DI BOSSI AI "SUDICI" PROFESSORI,L'INNO 'TALIANO...e il MPA.

Pubblico tre interventi su Bossi,con una sola nota:chi legge deve ricordare che Bossi e bossini sono alleati non solo di Berluskoni e Fini,ma anche del signor RAFFAELE LOMBARDO,Presidente della Regione Siciliana e Kapo del MPA-Movimento Per l'Autonomia.....
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LE OFFESE DI BOSSI
...DA PARTE DEI DEPUTATI MERIDIONALI E SICILIANI SI SONO ELEVATE VOCI DEBOLI. OCCORREVA, INVECE, CHE SI RISPONDESSE A VOCE ALTA ED IN NOME DELLA CULTURA E DELLA DIGNITA' DELLA NAZIONALITA' MERIDIONALE E DI QUELLA SICILIANA
Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu ritengono che gli apprezzamenti di Bossi contro gli insegnanti meridionali siano stati offensivi e discriminanti. E che costituiscano una ulteriore dimostrazione di quanto sia stata e sia fallmentare la politica di ascarismo e di asservimento agli interessi del Nord-Italia, condotta dal 1860 ad oggi dalle classi, dai partiti politici e dai personaggi di potere, di governo e di opposizione, dominanti nel Sud ed in Sicilia. I quali, peraltro, ci hanno anche imposto, con la forza, i falsi miti risorgimentali con i rispettivi protagonisti come Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele e compagnia bella, in modo che alla condizione di colonialismo economico e politico si aggiungesse la condizione di colonialismo culturale. Anzi: di alienazione culturale. Come, peraltro, dimostrano le polemiche che si scatenano ogni qualvolta si cerchi di ripristinare un minimo di verità storica su quello che è stato il TRAUMA del cosiddetto Risorgimento italiano in Sicilia e nel Meridione.Avevamo pensato, per la verità, che i deputati del Sud avrebbero dovuto e potuto rispondere adeguatamente. Invece hanno risposto spesso invocando la fratellanza e quei VALORI risorgimentali che non sono mai esistiti nel Sud ed in Sicilia. Hanno risposto, cioè, senza l'orgoglio e la consapevolezza di essere Meridionali e/o Siciliani. Non poteva, forse, andare diversamente dal momento che la stragrande maggioranza dei Rappresentanti politici nei Parlamenti di Roma, di Palermo e di Bruxelles sono essi stessi CORRESPONSABILI e COMPLICI dell'attuale SISTEMA POLITICO ISTITUZIONALE e del rapporto NORD-SUD, che ci vede COLONIA INTERNA delle Regioni Settentrionali.
GIUSEPPE SCIANO'
Segretario FNS
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M.I.L.-Movimento Indipendentista Ligure
COMUNICATO STAMPA
Mercoledì 23 luglio 2008 a cura di Franco Bampi e Vincenzo Matteucci
Alla cortese attenzione di Orazio Vasta
Bossi, l'inno e il M.I.L.
Per noi Indipendentisti Liguri "l'inno d’Italia" è uno dei tanti inni nazionali dei 194 Stati indipendenti che ci sono nel mondo e, se agli "italiani" piace, possono benissimo tenerselo! Non spetta a noi Liguri esprimere un "giudizio in merito", come non lo esprimiamo nel confronti di tutti gli altri "inni nazionali". Esprimiamo solamente il "rammarico" di non poter ancora vedere ANCHE la LIGURIA fra gli Stati INDIPENDENTI !
L'inno d'Italia nasce nel 1847. Il genovese Mameli non poteva "immaginare" che nel 1849 le truppe savoiarde, quindi "italiane", avrebbero messo a ferro e fuoco la città di Genova, saccheggiandola, uccidendo, stuprando donne, rubando di tutto, ecc... Quel re
Vittorio Emanuele II°, che aveva autorizzato tale "saccheggio", insultò i Genovesi che avevano osato ribellarsi, definendoli "vile ed infetta razza di canaglie". E ancora oggi la sua statua "troneggia" in P.zza Corvetto!
Tutto questo probabilmente Bossi NON LO SA!
Netta è quindi la nostra "differente motivazione" nel giudizio sull'inno d'Italia, che resta l'inno nazionale di uno Stato che, nel momento che restituirà alla LIGURIA la sua legittima INDIPENDENZA, riavrà tutto il nostro rispetto, come l'abbiamo per TUTTI gli Stati indipendenti.
L'inno del Piave, che tanto piace a Bossi, è comunque un "inno di guerra", di quella guerra del 1915-18, che ha provocato centinaia di migliaia di morti, anche LIGURI, che invece NON DOVEVANO ESSERCI, perché la Liguria è "stata costretta" ILLEGALMENTE ed ILLEGITTIMAMENTE a seguire i "destini dell'Italia"!
La LIGURIA aveva DIRITTO di restare una Nazione-Stato INDIPENDENTE, come la Svizzera e, come la Svizzera, NON AVREBBE FATTO né le due guerre mondiali, né le stupide guerre coloniali, né la guerra fratricida di Liberazione, evitando decine di migliaia di morti LIGURI !
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I professori del Sud
Scrivere un articolo dal titolo i "professori del Sud" mi fa venire in mente una canzone della mia giovinezza, che parlava delle "ragazze dell´Est". Sono quelle categorie prive di senso che ogni tanto vengono elogiate o più spesso insultate, a seconda della convenienza del momento. Sono prive di senso perché il mondo è fatto prima di tutto da individui, ed i concetti collettivi (se riferiti a gruppi di individui legati da generici vincoli, geografici o "etnici") sono vaghi e tanto più sfocati, quanto più abbracciano categorie ampie: gli "Italiani" sono "brava gente", i Tedeschi sono "cattivi", gli Inglesi "snob". E´ bene chiarire che il PNV-PARTITO NAZIONALE VENETO non ha nessun risentimento verso alcun gruppo o alcuna regione, del Sud, del Nord, del mondo. E non si riconosce negli insulti che leader di altri gruppi politici - distanti nelle mire e nella qualità dei membri dal nostro - ogni tanto a casaccio spediscono ad un mittente vago e alla fine inesistente. Nel caso di specie, poi, se in ITA vi sono, e vi sono stati docenti di ogni ordine e grado immensamente devoti e legati al proprio lavoro, eredi di una cultura classica di cui sempre sono stati orgogliosi, ebbene tali docenti si possono trovare assai spesso proprio nella generica categoria dei "professori del Sud".
Se mai, ad alcune scuole di pensiero che fioriscono a Napoli, si può fare un´accusa diversa: nel loro culto dello storicismo, da Hegel a Croce e grazie a quest´ultimo soprattutto, si sono imbevuti di un fanatico, quasi, culto dello Stato, e di ITA, purtroppo. Così, un numero di eccellenti filosofi, da Tessitore in poi, e storici, Galasso in primis, si sono fatti alfieri e difensori di tutta la paccottiglia italica, dal risorgimento alla "grande" guerra, dalla costituzione alla bandiera, e via così. Non rendendosi conto che il Sud cui appartengono è in mano alla camorra e ai piedi della miseria proprio perché esiste lo Stato ITA, e che senza di esso le cose andrebbero sicuramente meglio: dal momento che prima la Cassa, ora la Banca (!) del Mezzogiorno sono le grandi fonti di sostentamento di tutta la malavita locale. Gli aiuti pubblici drogano l´economia dei "paesi in via di sviluppo", si sa, e quindi anche del Mezzogiorno, alimentano i capibanda siano essi del Niger o della Campania, impedendo proprio quel processo di crescita che alcuni credono siano state create per favorire. Vedo questo storicismo esasperato in un´opera che in questi giorni vado leggendo per diletto, Vero Fatto, di Maurizio Martirano, ottimo studioso della scuola che ho appena menzionato. Senza ITA, senza la violenza sabauda e garibaldina, il Regno delle due Sicilie si sarebbe avviato ad essere quella "Svizzera del Mediterraneo" di cui alcuni studiosi hanno individuato la potenziale portata. Certo, questa critica si può recare ad alcune scuole di pensiero egemoni nel Sud, ma rispettando la loro profondità e la grande erudizione dei loro rappresentanti. Ma si tratta ovviamente di una critica un tantino più sofisticata (ma va senza dirlo) rispetto all´insulto ai "professori del Sud", che forse avranno bocciato il figlio del Bossi, destinato a succedere, pare, al padre, nella dinastia padanica. Se un giorno ritornasse una nuova versione, democratica, dello stato una volta chiamato Regno delle due Sicilie, il Sud fiorirebbe, letteralmente, e crescerebbe certo più in fretta rispetto allo stesso Nord. Eppure, alfieri così ostinati del senso dello Stato, vestali castissime di ITA, albergano in quelle prestigiose ed antiche università, e questo non giova.
Il vero non è il fatto, perché altrimenti dovremmo concedere una quota di verità, anche morale, alla miseria di città intiere in mano alla criminalità organizzata. Il vero è l´ideale morale, prima che politico, cui tendere. La verità è che ora come ora viviamo il falso, e nel falso. La verità verrà ripristinata quando i popoli aggiogati e soffocati in ITA torneranno liberi, e in grado di autodeterminarsi. Il tutto è il falso, e non il vero. O quasi. E questa critica a Hegel la faceva non un libertario, ma il mio lontano maestro marxista, T. W. Adorno.
Paolo Bernardini
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ITALIA. NOMADI: FORTE PREOCCUPAZIONE PER VIOLENZE

MARONI ALL'UE: RESPINGO INDIGNATO LE ACCUSE ALLA POLIZIA
ROMA - ''Respingo con indignazione'' le accuse del commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa secondo cui le violenze nei campi nomadi in Italia sono avvenute senza che vi fosse protezione da parte della polizia, che a loro volta avrebbero condotto raid violenti contro insediamenti. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in una comunicazione alla Camera. La polizia, ha sottolineato Maroni, ''non ha mai fatto cio': e' una falsita' clamorosa: la polizia non ha mai tenuto comportamenti di questo genere. Dica il commissario quando cio' e' avvenuto''.

IMMIGRAZIONE: CONSIGLIO D'EUROPA CONTRO ITALIA
"Le misure attuate in Italia non tengono conto dei diritti umani e dei principi umanitari e potrebbero fomentare altri episodi xenofobi". Questo il giudizio espresso da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, in occasione della diffusione del suo rapporto sulla visita compiuta in Italia il 19 e 20 giugno scorsi per discutere della nuova politica italiana in materia di immigrazione e della situazione dei nomadi. Hammarberg guarda anche con "forte preoccupazione" ai provvedimenti che nel pacchetto sicurezza sembrano essere mirati in particolar modo ai Rom e per la volontà espressa dal governo di estendere a tutto il territorio italiano lo stato di emergenza già in vigore in tre regioni. Nel rapporto reso noto oggi e composto da una ventina di pagine Hammamberg osserva che "il ripetuto ricorso a misure legislative d'emergenza" per affrontare i problemi legati all'immigrazione sembra indicare "una incapacità di affrontare un fenomeno non nuovo" che dovrebbe quindi essere gestito attraverso leggi ordinarie e altre misure. Hammarberg sottolinea come "la decisione di rendere la presenza illegale in Italia una aggravante nel caso in cui la persona commetta un reato, potrebbe sollevare serie questioni di proporzionalità e di discriminazione". Anche le espulsioni di cittadini Ue condotte sulla base di motivazioni di pubblica sicurezza potrebbero sollevare, secondo il commissario, "seri dubbi di compatibilità con la Convenzione dei diritti umani", su cui si basano le sentenze della Corte di Strasburgo.
NOMADI: FORTE PREOCCUPAZIONE PER VIOLENZE
Il commissario si e' detto anche "estremamente preoccupato" per tutti gli atti di violenza avvenuti in Italia ai danni di campi nomadi "senza che vi fosse una effettiva protezione da parte delle forze dell'ordine che a loro volta - accusa Hammarberg - hanno condotto raid violenti contro gli insediamenti" di questi gruppi. Nonostante gli sforzi delle autorità, secondo il commissario, "sono stati fatti pochi progressi nell'effettiva protezione dei diritti umani dei Rom e dei Sinti". Hammarberg ricorda che le autorità hanno il dovere di investigare efficacemente su questi fatti e che lo Stato deve garantire la sicurezza di Rom e Sinti. "L'approvazione, diretta o indiretta, di questi atti da parte di certe forze politiche, singoli politici e da parte di alcuni organi di informazione è particolarmente preoccupante" afferma il commissario nel suo rapporto.
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Sul capo di Sindaco, giunta e consiglieri pende una spada di Damocle nella forma di un ricorso al TAR Catania, presentato dal MIS...


Ricevo e pubblico...
Gentile oraziovasta@libero.it
MOVIMENTO PER L'INDIPENDENZA DELLA SICILIA
- CUMUNICATU STAMPA -
CATANIA: ECCE GIUNTA! MA IL CONSIGLIO COMUNALE? GIOVEDÌ...FORSE
È infine giunto il momento anche per il sen. Stancanelli di rendere pubblici i nomi che comporranno la Giunta comunale di Catania.
Ma queste nomine giungono senza che ancora, ad oltre 40 giorni dal voto, abbia avuto luogo un adempimento essenziale.Infatti, Catania e i catanesi non conoscono ufficialmente i nomi dei consiglieri comunali.
Non esiste ancora una proclamazione formale, i nomi che girano già dalla sera del 16 giugno sono ancora "teorici", "provvisori".
Tale proclamazione è annunciata ed attesa, sembra, per giovedì 31 luglio.Ma alla lunga i partiti che avrebbero la maggioranza (condizionale d'obbligo, vista la situazione) non hanno resistito ed hanno dato vita alla consueta rassegna dei nomi, tra i quali spiccano quelli dei principali "bocciati" dalle urne, dei "nuovi" assessori.
Dodici uomini dodici, uomini per tutte le stagioni e tutte le mansioni, dato che mancano ancora le deleghe. Uomini, e non donne. Perché Stancanelli si è rimesso alla sensibilità dei partiti in tema di nomine femminili, e i partiti hanno nicchiato. Di donne, per i partiti italiani (e loro emanazioni "localistiche") non c'è bisogno per governare Catania e "provincia".
Ma non era finita da tempo la partitocrazia?
E invece no, sono ancora quelle veterostrutture a decidere su tutto e tutti. E questo noi indipendentisti ci teniamo a sottolinearlo: è inutile e dannosa la quotidiana pantomima televisiva del neosindaco, dove parla da "homo novus", sottolineando come la sua amministrazione sarà in netta controtendenza rispetto a quella che lo ha preceduto (ma promettendo cose che vennero promesse ai catanesi otto anni fa e già dovrebbero essere realtà).
Nemmeno fosse stato, Stancanelli e i suoi "uomini", all'opposizione negli scorsi 8 anni (che sarebbero dovuti essere 10 se l'on. Scapagnini non avesse preso la via di Roma). No, erano nella stessa maggioranza, con gli stessi partiti.
Nessuna presa di responsabilità, nessuna autocritica, nessun «scusateci, togliamo il disturbo».
Anzi, addirittura, in giunta un confermato: Gaetano Tafuri, indagato per lo spaventoso buco in bilancio.
Lo stesso Tafuri ha rinunciato per «trasparenza», ma non possiamo non pensare che tale nomina (e l'immediata rinuncia) sia una "mossa mediatica" della nuova/vecchia maggioranza.E giunge immediata un'altra rinuncia, quella di Enzo Oliva. Pardon, del senatore Enzo Oliva, che ha deciso di non entrare (ma l'avevano interpellato prima di nominarlo?) in un'altra giunta, quella "provinciale"
(virgolette d'obbligo, ricordiamo che per lo Statuto d'Autonomia e quindi per la Costituzione Italiana le "province" in Sicilia NON ESISTONO, sono state "ripescate" con una leggina regionale che non potrebbe mai derogare una legge costituzionale), preferendo il comodo scranno di Palazzo Madama nell'Urbe.
Rinuncia che arriva con evidente slancio autonomista (lo stesso con cui il Presidente Lombardo snocciola minacce quali i nuovi inceneritori e il Ponte sullo Stretto, miraggi con un Casinò in Sicilia fra chissà quanti anni quando a Malta spuntano come i funghi, "finte" di spirito calcistico quando contesta l'Unità d'Italia di cui è garante "autonomista", difende la Corte dei Conti Siciliana, annuncia la benzina a 50 cents, e dimentica che non è con i personalismi, con vecchie trovate, navigando a vista e andando a braccetto con partiti e politici italiani che si salverà la Sicilia) e fedeltà al territorio di provenienza. Oliva sceglie Roma, non Catania.
«Per tutelare gli interessi della Sicilia», forse dirà: si, si, questa l'abbiamo già sentita, è ormai logora come battuta.
Di certo, ci ricordiamo che Oliva era tra gli assessori nominati (per obbligo di legge), ma non nella giunta provinciale, bensì in quella comunale. Eh sì, anche l'obbligo di nomina preelettorale di almeno metà giunta, una formalità presto e facilmente aggirata.
Poi ci pensano i partiti a "sistemare tutto", a spostare nomi e deleghe, a salvare i "trombati", a disattendere quanto annunciato in campagna elettorale (tanto sui nomi quanto sui programmi).
L'abbiamo già visto: con una manovra ormai usuale, il sen. Stancanelli si è trovato, forte del suo accento non esattamente etneo, a difendere strenuo il futuro di Catania quando, fino a poche ora prima del deposito delle liste, era candidato...alla presidenza della "provincia"!
Una sostituzione, quella Stancanelli-Castiglione, che fa sorgere più di qualche dubbio in merito alla sua giuridicità: ci scappa di pensare alla raccolta firme, che va effettuata sottoponendo ai sottoscrittori nome della lista, contrassegno della stessa, e nominativi di tutti i candidati.
Saranno stati capaci di raccogliere regolarmente migliaia di firme in poche ore, questi magici partiti per le loro numerosissime liste?
Raccogliere le firme su moduli impeccabili (li stessi preparati dalla Regione...dallo stesso Assessorato a lungo guidato proprio dall'avv. Stancanelli) è quello che ha esattamente fatto il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia, che si è visto estromettere dalla competizione a Catania grazie alla zelante applicazione...della legge elettorale italiana, quando in Sicilia (almeno per gli enti locali) ne abbiamo una specifica.
Da allora, sul capo di Sindaco, giunta e consiglieri pende una spada di Damocle nella forma di un ricorso al TAR Catania, presentato dal MIS, i cui sviluppi vedranno la luce nelle prossime settimane.
Ma già adesso i catanesi e tutti i siciliani stanno realizzando quanto urgente sia tornare ad esercitare un voto che davvero sia «libero, personale, segreto», per la liberazione della Nazione Siciliana e la creazione di una nuova, libera classe politica e dirigente: ne va del futuro dei nostri figli, se non vogliamo vederli emigrare, morire per la colonizzazione, patire queste e più gravi conseguenze.
Catania, 29 Jugnettu 2008
A cura dell'Ufficio Stampa, Comunicazione e Propaganda del M.I.S.
Movimento per l'Indipendenza della Sicilia

http://www.siciliaindipendente.org/


Sull'inchiesta della magistratura sul "buco di bilancio" del Comune di Catania...

Ricevo e pubblico....
Alla cortese attenzione, con preghiera di pubblicazione,
Apprendiamo dagli organi di informazione che un'inchiesta della magistratura sul "buco di bilancio" del Comune di Catania avrebbe coinvolto ben 40 persone tra ex sindaco, ex assessori al bilancio, ex ed attuali funzionari del Comune stesso.Non crediamo che la notizia arrivi come un fulmine a ciel sereno; è dal 2004 che Cittàinsieme, con poche altre voci attente presenti in città, denuncia il preoccupante stato delle casse comunali, che inevitabilmente ha finito per danneggiare il livello generale di vivibilità della città e gli strati più deboli della popolazione (si pensi alle cooperative dei servizi sociali, ai ragazzi della scuola media "Andrea Doria", agli operatori ecologici, giusto per fare qualche esempio).

Queste denunce però non sono mai state accolte seriamente dagli amministratori che in questi ultimi anni si sono succeduti al comando della città; pensiamo all'ex assessore al bilancio D'Asero che nel 2004 negava categoricamente la presenza di un "buco" nelle casse comunali;pensiamo al suo successore, l'avv. Caruso che all'inizio del 2006, pur ammettendo parzialmente in pubblica assemblea la presenza di un buco di bilancio, ne scongiurava il prolungarsi proponendo una serie di "misure di risanamento" che però, evidentemente, non hanno mai visto la luce o comunque non si sono rivelate efficaci; pensiamo ancora all'ex assessore Tafuri, successore di Caruso, che non ha mai accettato il nostro invito a partecipare ad un'assemblea pubblica per un confronto aperto e franco con i cittadini sulla reale situazione finanziaria del Comune.
I cittadini, purtroppo, trovano sempre un muro di gomma quando tentano di dialogare con i propri rappresentanti.
Finalmente, però, qualcuno ha ascoltato le loro voci: la magistratura. Già l'11 marzo scorso avevamo chiesto un suo intervento laddove fosse stata sospetta la presenza di responsabilità penali sul buco di bilancio; siamo lieti che questa richiesta, alla fine, sia stata accolta e ci auguriamo, per il bene della città, che si vada fino in fondo.
Distinti saluti,
CittàInsieme - CittàInsiemeGiovaniCatania

lunedì 28 luglio 2008

Carcere di Catania:gli attuali disagi legati al raffreddamento delle bevande

CATANIA."Piazza Lanza". I detenuti chiedono il ripristino del funzionamento dei congelatori.
Con una petizione indirizzata al comandante della Casa Circondariale di Piazza Lanza, il vicecommissario Salvatore Tramontana,i detenuti del reparto "Ameano" hanno chiesto che una delegazione di detenuti potesse incontarlo:"Per potergli-si legge nella petizione-esporre gli attuali disagi legati al raffreddamento delle bevande.Considerando che ci troviamo nella stagione estiva già inoltrata e particolarmente calda,la preghiamo di volere fissare il colloquio il più celermente possibile". La richiesta di udienza è stata subito accolta dal comandante Tramontana,che ha incontrato tre detenuti in rappresentanza dell'"Ameano": "La richiesta dei detenuti-rapporta Tramontana a Rosario Tortorella,direttore del penitenziario-è finalizzata alla installazione di frigoriferi.Gli stessi hanno chiesto inoltre di poter utilizzare i congelatori mettendo 2 bottiglie d'acqua per camera detentiva". In merito alla seconda richiesta dei detenuti "è assolutamente vietato-scrive Tramontana al direttore-utilizzare i congelatori per conservare generi o bevande,detti congelatori sono stati predisposti solo per riattivare le tavolette di ghiaccio sintetico,utilizzabili nelle borse termiche in dotazione nelle camere detentive per ogni detenuto". Ma,praticamente,i congelatori per riattivare le famose tavolette di ghiaccio sintetico non sono accesi,per il solo fatto che sono guasti. Infatti,all'indomani dell'incontro di Tramontana con i detenuti,il direttore di "Piazza Lanza" ha chiesto, ad una ditta specializzata,un intervento tecnico per il "ripristino funzionamento congelatori vari locali Istituto". Eppure,con una "disposizione di servizio" del 24 maggio scorso si disponeva che,con decorrenza 1 giugno e scadenza 30 settembre 2008,presso lo spaccio del carcere i detenuti erano autorizzati ad acquistare 1 borsa termica morbida ciascuno e le relative famose tavolette di ghiaccio sintetito,massimo 6 pezzi ,per i congelatori già allora non funzionanti. E,ad oggi,nonostante la richiesta di riparazione avviata dal direttore, i congelatori rimangono non funzionanti,guasti.
Orazio Vasta

La mancata proclamazione dei consiglieri comunali di Catania

Da:
erasmovecchio@virgilio.it
A:
oraziovasta@libero.it
Oggetto:comunicato
Ricevuto il:28/07/08 15:04

Ad oggi, trascorsi, dopo oltre 40 giorni, il Partito del Sud, presente con propri candidati nella lista "Con Nello Musumeci per Catania" registra la mancata proclamazione dei consiglieri comunali di Catania.
La comunità catanese chiede una risposta ai numerosi interrogativi che si pone.
Chi aveva la responsabilità di gestire lo spoglio della campagna elettorale?
Chi ha provveduto alla nomina dei Presidenti di seggio ?
Sono stati attivati tutti i controlli necessari nella fase di spoglio ?
Perchè non si procede, senza indugio, alla riverfica delle schede di votazione stante che la volontà dei cittadini, in un paese democratico, non può essere distorta a proprio piacimento ?

Erasmo Vecchio /Partito del Sud

Le olimpiadi dell’ipocrisia sempre più vicine.

Ricevo e pubblico....
VENETO SERENISSIMO GOVERNO
Dipartimento Gioventù e Sport
Ancora pochi giorni all’apertura dei giochi olimpici 2008.
In Cina tutto è pronto; perfino la data è stata scelta con cura: 8/8/2008. Solerti ed ossequienti capi di stato e di governo, abituati al voltafaccia, in quel giorno saranno a Pechino a testimoniare non tanto la vicinanza ai rispettivi atleti, quanto il sostegno incondizionato al moloch cinese.
E’ inutile nascondere l’amara verità: queste olimpiadi di Pechino grondano sangue innocente.
Quello di chi si è opposto agli espropri forzati per costruire gli impianti e tutte le infrastrutture ed ha pagato con l’internamento nei tristemente noti laogai o con la vita.
Quello delle decine di lavoratori all’opera nei vari cantieri che sono deceduti a causa delle disumane condizioni in cui operavano.
E ancora il sangue dei tibetani, il cui anelito alla libertà, calpestato da decenni, è stato represso brutalmente con la scusa di non creare “disagio” in vista delle olimpiadi.
Per concludere con il sangue adulterato di decine di atleti, nutriti a colpi di sostanze dopanti, in vista di strabilianti risultati da raggiungere; con quello avvelenato di molti cittadini, costretti a consumare alimenti contenenti sostanze tossiche e cancerogene, prodotti da aziende sensibili soltanto al business, non solamente olimpico.
Chi crede ancora nella dignità e libertà di ogni uomo, rifletta un ultimo istante: è ancora in tempo per pronunciare a testa alta un chiaro “no” a queste olimpiadi della violenza, della finzione e della menzogna.
Ai Veneti atleti, inoltre, il Veneto Serenissimo Governo, in qualità di erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, rinnova l’invito a rinunciare alla partecipazione a tali giochi, nonché a dimettersi dalle rispettive federazioni affiliate al comitato olimpico italiano, complice della vergogna cinese.
Venezia, 28 luglio ‘08
Il responsabile Dip. Gioventù e Sport
Andrea Bonesso
Veneto Serenissimo Governo

Casella Postale 64
36022 Cassola (VI)
VENETO
pepiva@libero.itkancelliere@katamail.it
Tel. 349 1847544
www.serenissimogoverno.org

domenica 27 luglio 2008

"Profili di Luce" mostra personale di Angela Cacciola

Ricevo e pubblico....
Dal 30 agosto all'11 settembre 2008 mostra personale "Profili di luce" dell'artista Angela Cacciola presso il Castello normanno di Aci Castello (Catania).Curata da Fortunato Orazio Signorello, propone opere figurative
Dal 30 agosto all'11 settembre presso il maniero normanno di Aci Castello (Catania) è visitabile, promossa dall'Accademia Federiciana con il patrocinio del Comune di Aci Castello, la mostra personale, dal titolo "Profili di luce", dell'artista catanese Angela Cacciola. Curata dal noto critico d'arte Fortunato Orazio Signorello, l'esposizione, promossa nell'ambito della rassegna "Nuovi protagonisti" ideata dallo stesso curatore, accoglie circa 15 opere figurative di varie dimensioni che mettono a nudo il talento creativo della giovane pittrice; la cui formazione artistica è avvenuta nel segno di una continua ricerca di approfondimento e di espressione di tecniche. Pittrice figurativa il cui stile rivela una personale interpretazione segnica, Angela Cacciola, che rimane fedele all'iperrealismo e al suo stile riconoscibile, espone oli di grande espressività nei quali prevalgono sapienti chiaroscuri in accostamenti eleganti e gradevoli. La peculiarità dell’artista, che trova propria la sintesi voluta nelle scelte cromatiche, è evidente nell'esecuzione delle sue opere; che realizza, aderendo a una nuova concezione del fare pittura basata sulla resa del “vero”, con una metodologia di lavoro minuziosa e seguendo uno schema progettuale, grazie al quale ha cominciato a essere molto apprezzato dai critici d'arte e a destare sempre maggiore interesse. Tra le opere in mostra si segnalano "Oloferne", "Pandora" e " Nascondermi ", dipinti, in cui vi si avverte un'atmosfera caravaggesca per l’uso della luce, che ben evidenziano la metodologia pittorica di Angela Cacciola; grazie alla quale l'artista ha vinto di recente, classificandosi seconda su ben 386 artisti selezionati dal comitato scientifico, il Premio Candrilli nella "Rassegna italiana d'arte visiva" svoltasi al Centro fieristico "Le Ciminiere" di Catania. La mostra rimane aperta al pubblico nei giorni feriali e festivi dalle ore 09,00- 13,00 / 16,00- 20,00.
L'ingresso è libero.
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Nata a Catania il 3 ottobre 1982, Angela Cacciola ha frequentato il liceo scientifico, l'Accademia di Belle arti e restauro "Nike" di Catania (dove ha conseguito la laurea ) e successivamente il biennio specialistico sperimentale di "arti visive e discipline dello spettacolo" presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. Fin dalla più giovane età ha mostrato spiccate attitudini per il disegno e la pittura e da quando ha iniziato a esporre (il suo debutto è avvenuto ufficialmente nel 2006 con la mostra "Confronti stilistici", promossa dall'Accademia Federiciana nell'ambito de "La Nuit des Musées"; evento europeo promosso dalla Direzione dei musei di Francia in collaborazione con il Ministero della cultura e delle comunicazioni francese e del Parlamento europeo) ha subito riscosso, grazie alle indiscutibili capacità esecutive e a un modo del tutto personale di vedere e concepire la realtà che trasforma "permeandola di fisicità plasticamente imposta", molti consensi sia da parte della critica che dal pubblico. L'artista, per la quale la pittura è diventata negli ultimi anni sinonimo di continua crescita e percorso introspettivo, è membro dell'Accademia Federiciana (Catania); istitutuzione siciliana nella quale le sue opere sono esposte in permanenza. Di lei hanno scritto, tra gli altri, Fortunato Orazio Signorello (che della produzione dell'artista ha apprezzato, tra l'altro, "la coerenza formale, la rassicurante perfezione esecutiva e la nitidezza dei volti, colti in attimi d'intensità interiore") e Giovanni Fabbri.

"Luttamu 'ppi l'Autonumia Siciliana "

Ricevo da laquestionesiciliana.blogspot.com e pubblico...
A nuatri pari impurtanti diri chi li Diputati dâ Assimblea Reggiunali Siciliana, ‘nta chista lèggislatura,vosiru fari arreri ‘a Cummissiuni Parramintari ppi ‘a Riforma dû Statutu Spiciali d’ Autonomia.

Ni dumannamu allura: Picchì?

‘Ppi capiri ‘sta dicisiuni avemu a pinsari chi ‘u nostru Statutu e’, ‘ntu quatru puliticu e Istituzziunali ‘talianu, unicu e sulu.

Chistu fattu ni parra dû Status nazziunali sicilianu.

Ricurdamuni, dunca, cû nostru statutu e’ ‘na vera Costituzziuni.Nuddu s’avi a scurdari chi e’ ‘n jocamu ‘u futuru nostru.

Nuatri hamu a diri ca òj cu voli “rifurmari” ‘u nostru Statutu ammeci voli solu arrubbari i nostri diritti.Dunca ‘u nostru pariri ‘su ‘sta dicisiuni e’ negativu.
Stanno pruvannu ‘a Mburdirini . E di ‘stu “omicìdiu” puliticu-istituzziunali sunnu compriçi tutti li partita ‘taliani e puru, bbona, i partiti autonumisti.

Avemu allura a diri e scriviri ca tutti chisti, ‘mprima si fannu eliggiri pî difinniri a Sicilia e li Siciliani e doppu si vinnunu ‘u Statutu ca e’ a nostra “ Magna Charta”.

Fannu li brasi.

Quannu ci cunvieni si buccazziarianu comu difinsuri dâ Sicilia e doppu a pugnalanu. Bbi, chi sunnu bravi!

E nuatri avissimu agghiuttiri?

Certu chisti cuntanu supra u fattu chi li jurnala, li tilivisiuni òj sunnu parti dû sistèma di putiri. Iddi vulissiru allura ca nuatri stessimo zitti e muti.
L’opposizziuni òj semu sulu nuatri, sulu nuatri dicemu a i Siciliani comu sunnu li cosi e sulu nuatri difinnemu ‘a viritati e ‘a Justizzia.
Picchì s’avi a diri e abbanniari chi òj e’ ‘n piriculu ‘a democrazìa.

N’hannu a diri picchì fussi utili , necissariu farini abbabbalucchiri.

Picchì avemu a cridiri chi si ‘ni facemu arrubbari i nostri Diritti ( òj difinnuti ntû Statutu dû 1946) avissimu essiri cchiù democratici?

‘A viritati e’ chi ni vonnu fricari.Chisti sunnu tra iddi tutti amiciuzzi e parrucciani. Chisti nun hannu propriu dicoru e hannu ammeci ‘a facci di corìu.

Faccioli e farsi, tempu arreri, ‘ntu Parramentu Sicilianu pruvaru, ammucciuni ammucciuni, a fricarini tirannu fori l’agghi e vulennu canciddaru ‘u Statutu.Hamu a diri chi tannu ‘nu giuvani Diputatu, ‘nu Sicilianu onestu e curaggiusu i sputtanau tutti.

Ora pirò chisti pruvanu arreri a fari fora ‘a nostra Autonumia comu vonnu i patrona continentali, i pupari di iddi.

Puru stavota hamu a firmari ‘stu schifiu.

Ni vadi di li Diritti Cumunitari di tuttu ‘u nostru Populu, speci di chiddi ca stanno peju ntâ nuatri.Cu voli “ammazzari” ‘u nostru Statutu voli puru vinniri ‘a Sicilia e li Siciliani pî favuriri u Putiri,e ntâ Sicilia i so’ gruppi e curdati di galuppina.

‘U nostru e’ ‘nu Raggiunamentu, ‘nu studiu dî la realtati.Hamu allura a capiri chi stavota chisti nun ponnu attaccari u sceccu unni vonnu e tuttu attamaci. Hamu a fari accussì ppi nun chianciri poi amari lacrimi a cosi cunsati.

Facemu pulitica, divintamu Nuatri Oppusizziuni suciali, popolari siciliana e democratica. Finemula , puru ntû sicilianismu, di farini cannuliari da certi Rivoluzziunari câ scazzetta, chi nun quagghianu e fannu quagghiari.

‘U nostru pariri e’chi òj nuatri nun putemu cchiù farini arrubbari u nostru futuru.Futuru ca dipinni da li diritti ca putemu e sapemu aviri e difinniri.

Nuatri dicemu No a ‘u prugettu di Cuntra-riforma statutaria.

‘Na dicisiuni, ‘n ordini chistu chi veni a li ascari siciliani da li so’ patroni du Cuntinenti.

A chisti òrdini oppunemu u nostru NO.

E dicemu NO picchì nuatri nun avemu scurdatu dunni veni a origini dû Statutu, dâ nostra Autonumia.

‘Stu Statutu fu scrittu cû lu sangu di li figghi, li frati e li soru dâ Sicilia.

Cû lu sangu di chiddi ca ‘nta l’anni quaranta du vintesimu seculu paharu pî tutti nuatri u prezzu cchiù granni: ‘a Vita.

Picchì accussì nuatri, tutti i Siciliani, ajèri, òj e dumani, putissimo essiri libbiri , filici e viviri ‘nta Justizzia.

Ppi ‘stu fattu dunca nuatri nun putemu , nun duvemu e nun vulemu farini scippari ‘a nostra Liggi Principali: u nostru Statutu.Statutu, Autonumia ca signa, ‘nta nostra Sicilia, u veru accuminciari dâ Democrazìa.

Dumannamuni allura: Picchì assai genti abbrama cuntra a nostra Autonumia ?

Picchì dicemulu o chisti hannu i so’ cavigghieddi di gruppu o pirsunali o picchì li cunvinceru di essiri ‘taliani e propriu fôru educati a schifiari u fattu di essiri e sintirisi siciliani. Comu si iddi nun facissiru parti di ‘stu Populu anticu e gluriusu ca vivi ‘nta u centru du Mediterraneu, ca e’ centru dû Mediterraneu.Arrivau pirò u tempu di vinciri ‘sta alienazziuni pulitica e culturali.

Comu putemu fari?

Dapprincìpiu n’hamu a cunvinciri chi sulu cû li mezzi justi putemu arrinesciri a vinciri ‘a nostra lotta.E òj u megghiu mezzu e’ propriu u Statutu.Nun e’ ‘nu casu ca u putiri puliticu cû e pî mezzu dî so’ ascari siciliani tiniu ‘a nostra Autonumia ntâ ‘n agnuni.Usannula sulu quannu ci sirviu ppi ingranniri i so’ privilèggi e tenenu a u chiaccu chiddi parti du Statutu chi ammeci putianu serviri a libbirari i Siciliani, tutti i Siciliani puru dâ puvirtà.Dunca òj doppu chi trattaru u Bbeni Cumuni comu robba soi, pirsunali ‘sti ascari, di centru, di destra e di manca, ora vonnu scaricari supra a nostra Autonumia ‘u schifiu, ‘u scialibbiu chi iddi e i so’ parrucciani ficiru.Arrivau u tempu di diri BBASTA, nun ‘ni putemu cchiù !

‘Mprima chisti ‘ntu Statutu ci assupparu ‘u panuzzu e poi ‘u schifiaru.Vinni dunca u tempu di difinniri u dirittu dû nostru Populu a l’avviniri, ppi nuatri comu pî i novi generazziuni. Pî fari ‘sta cosa hamu a addifinniri a nostra Autonumia.

E’ ‘na battàgghia ntâ cui nun si poti ristari neutrali. Avemu, Aviti a dicidiri da chi parti vuliti stari: o cuntra o a favuri dâ Sicilia.
T R I N A K R I U S

GIOCARE IN CAMBOGIA

Nella foto:bambino cambogiano vittima della guerra
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Ricevo e pubblico...
Luom ha 11 anni ed e' l'ultimo di 5 figli.
Con il fratello di 13 annifrequenta la scuola distrettuale e con lui, nel tempo libero, porta lemucche al pascolo.

Un giorno Luom torna dal lavoro percorrendo la solita strada. Un luccichio per terra lo attira: s'avvicina, riconosce una mina in quell'oggetto ma la curiosita', l'eccitazione di giocare con qualcosa di nuovo lo spingono a raccoglierla.

In un attimo una fiammata lo investe e il bambino cade a terra svenuto. La sorella che corre in suo aiuto lo trova inanime, con il volto e le mani sanguinanti. Luom arriva nel nostro Pronto soccorso dopo circa 3 ore; Si lascia pulire emedicare dal nostro staff, lamentandosi di tanto in tanto per il dolore alle mani e agli occhi: gli bruciano, non riesce ad aprirli.

Luom viene portato in sala operatoria.

Ha riportato una frattura della teca cranica senza alcuna compromissione a livello celebrale,l'amputazione di tre dita della mano sinistra, la lesione parziale del tendine flessorio del terzo dito della mano destra, diverse ferite superficiali al volto e non vede dall'occhio destro.

Da quando la madre l'ha raggiunto dal villaggio, il bambino e' molto piu' tranquillo.

"Perche' l'hai raccolta sapendo che era una mina?", gli chiediamo.

"Volevo solo giocare" dice con un tono nella voce che assomiglia al timore di una punizione.

Luom scalpita nel letto: vuole tornare ai pascoli,il dolore e' gia' passato.

Non passeranno presto, invece, i segni dell'esplosione sul volto di un bambino che voleva solo giocare.
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sabato 26 luglio 2008

IL RAPPORTO 2008 SULLA PENA DI MORTE NEL MONDO


"NESSUNO TOCCHI CAINO" PRESENTA IL RAPPORTO 2008 SULLA PENA DI MORTE NEL MONDO
24 luglio 2008: nel corso della cerimonia per la consegna del premio “L’Abolizionista dell’Anno 2008” è stato presentato il Rapporto 2008 sulla pena di morte di Nessuno tocchi Caino, curato anche quest’anno da Elisabetta Zamparutti ed edito da Reality Book, che contiene i fatti più importanti del 2007 e dei primi sei mesi del 2008, che confermano l’evoluzione positiva verso l’abolizione della pena di morte in atto da oltre dieci anni.Il principale elemento che emerge dal Rapporto è la diminuzione dei paesi che applicano la pena di morte che passano dai 51 del 2006 a 49. Aumentano però le esecuzioni che sono state almeno 5.851 nel 2007, a fronte delle almeno 5.635 del 2006. Il loro incremento, spiega Elisabetta Zamparutti, è dovuto soprattutto all’escalation che si è registrata in Iran, dove le esecuzioni sono aumentate di un terzo, 355 nel 2007, e in Arabia Saudita, dove sono addirittura quadruplicate, arrivando a 166 contro le 39 del 2006.Ancora una volta, l’Asia si è confermata essere il continente dove si pratica la quasi totalità della pena di morte nel mondo, capeggiata dalla Cina dove si sono registrate almeno 5.000 esecuzioni, circa l’85,4% del totale mondiale (anche se diminuite rispetto all’anno precedente). Seguono Iran, Arabia Saudita, Pakistan, Iraq, Vietnam, Afghanistan, Yemen, Corea del Nord, Siria, e Bangladesh.Le Americhe sarebbero un continente praticamente libero dalla pena di morte, se non fosse per gli Stati Uniti, l’unico paese del continente che ha compiuto esecuzioni nel 2007.In Africa, nel 2007 la pena di morte è stata eseguita in 7 paesi: Botswana, Egitto, Etiopia, Guinea Equatoriale, Libia, Somalia e Sudan.In Europa, la Bielorussia continua a costituire l’unica eccezione in un continente altrimenti totalmente libero dalla pena di morte. Molti di questi paesi non forniscono statistiche ufficiali sulla pratica della pena di morte, ha sottolineato Sergio D’Elia, la pena capitale è infatti coperta dal segreto di Stato, per cui il numero delle esecuzioni potrebbe essere molto più alto.A ben vedere dunque, ribadisce il Segretario di Nessuno tocchi Caino, la soluzione definitiva del problema, più che alla lotta contro la pena di morte, attiene alla lotta per la Democrazia, l’affermazione dello Stato di diritto, la promozione e il rispetto dei diritti politici e delle libertà civili. Il Rapporto evidenzia però un trend mondiale verso l’abolizione di diritto o di fatto della pena di morte. Il Ruanda è divenuto abolizionista nel luglio del 2007. Il Kirghizistan ha abolito totalmente la pena di morte nel gennaio del 2007. L’Uzbekistan è divenuto abolizionista il 1° gennaio 2008. Nel 2007, Comore, Corea del Sud, Guyana e Zambia, hanno superato dieci anni senza praticare la pena di morte e quindi vanno considerati abolizionisti di fatto.
(Fonte: Nessuno tocchi Caino, 24/07/2008)

venerdì 25 luglio 2008

LIBERO UNO DEI KRIMINALI DELLA "UNO BIANCA"...SGRUNT!!!!

Torna libero Gugliotta, uno dei criminali della Uno bianca
Tornerà libero nei prossimi giorni Pietro Gugliotta, uno dei poliziotti della "Uno bianca", la banda che tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 seminò il terrore tra l'Emilia-Romagna e le Marche, facendo 24 morti e oltre cento feriti rapinando banche, uffici postali, supermercati e sparando a testimoni, nomadi e immigrati.
Mente e fondatore della banda era stato Roberto Savi, all'epoca poliziotto nella questura di Bologna. insieme a lui, furono riconosciute come membri altre cinque persone, tra cui Fabio Savi, fratello di Roberto.
Gugliotta, unico a non essere stato condannato all'ergastolo, finisce così di scontare la sua pena dopo 14 anni, grazie anche all'indulto e alla legge Gozzini. Una volta fuori, intraprenderà un percorso di reinserimento nella società che prevede anche un lavoro in una cooperativa, che svolgerà fuori dall'Emilia-Romagna.

(Fonte RaiNews24)
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GALBANINO,SCHIFEZZE E DENUNCE.../2


BANDITI DA TAVOLA!
Sul sito web di Repubblica,vengono resi noti gli sconcertanti sviluppi di un’indagine partita nel 2006 e portata avanti dalla Guardia di Finanza di Cremona grazie a quelle intercettazioni che giornalmente vengono messe sotto accusa quasi si trattasse del più grande problema che affligge questo disgraziato Paese.
Nonostante in Italia le frodi alimentari siano ormai all’ordine del giorno e cambiare il cartellino dei prodotti scaduti all’interno degli ipermercati stia diventando quasi una consuetudine, le dinamiche della truffa da parte dei “banditi della tavola” sono tali da riuscire a turbare profondamente non solo le persone deboli di stomaco.
L’impresa criminale, che faceva capo a 4 aziende con sede a Cremona, Novara, Biella e Woringen in Germania,era punto di riferimento per marchi come Galbani, Granarolo, Cademartori, Brescialat, Medeghini, Igor, Centrale del latte di Firenze, Frescolat, Euroformaggi, Mauri, Prealpi ed altre multinazionali europee, operava anche grazie alla connivenza delle Asl di competenza ...