mercoledì 28 maggio 2008

LE FAMIGLIE SICILIANE HANNO IL REDDITO PIU' BASSO...


Dal sito web de La Sicilia di oggi
Cronaca
Siamo i più poveri d'Italia

Il rapporto dell'Istat è allarmante: le famiglie siciliane hanno il reddito più basso d'Italia, ma il paese è ben al di sotto della media europea
CATANIA
Le famiglie italiane sono in difficoltà.
Quasi una su tre non riesce a far fronte ad una spesa imprevista, una su sei non arriva a fine mese. E soprattutto, la metà dei nuclei familiari vive con meno di 1.900 euro al mese. È un quadro pieno di ombre quello dipinto dall'Istat nell'ultimo rapporto annuale, una fotografia di un 2007 in cui l'economia è rallentata e in cui i redditi, per l'ennesimo anno, sono andati a picco, facendo precipitare gli italiani ben sotto la media europea.
Economia lenta.
A guardare bene le statistiche del Paese, qualcosa però si muove. Troppi vincoli frenano lo sviluppo ma il made in Italy è sopravvissuto alla globalizzazione e c'è una parte di imprese che ha vinto la sfida, che esporta nel mondo e che continua a crescere anche nei settori tradizionali. L'economia insomma non è così compromessa come molti la descrivono. Per questo "è pessimistico", secondo il presidente dell'istituto di statistica Luigi Biggeri, pensare a una crescita zero per quest'anno. In campo economico si può essere insomma "moderatamente ottimisti". Ma è sul piano sociale che l'allarme non va invece sottovalutato.
Allarme famiglie.
Il 50% delle famiglie vive con meno di 1.900 euro al mese, il 15% non arriva alla quarta settimana del mese, il 6,2% ritiene di non potersi permettere un'alimentazione adeguata, il 10,4% un sufficiente riscaldamento per l'abitazione e il 38,7% una settimana di vacanza all'anno. Il 61,1% delle famiglie che pagano un mutuo considera pesante il carico da pagare, anche perchè il costo della rata galoppa: dai 469 euro del 2004 si è passati ai 559 del 2006 con un'incidenzia sul reddito salita dal 16,5% al 19,2%.I redditi sono crollati insieme alla produttività: nei sette anni dal 2000 al 2007 gli italiani si sono impoveriti e i salari hanno perso il 13% rispetto alla media europea. Così da un Paese ricco rispetto agli agli altri, l'Italia si è trasformata in un paese più povero della media.Le famiglie siciliane, poi, sono le più povere d'Italia e ben al di sotto della media nazionale, 27.736 euro. Il reddito medio dei nuclei familiari nell'Isola è pari a 20.952 euro, ben 11 mila euro in meno rispetto alla provincia di Bolzano (32.008) che risulta la più ricca, seguita dall'Emilia Romagna, con 31.449 euro.
Le due Italie.
L'immagine che sintetizza la situazione del Paese è la disparità Nord-Sud, la diminuzione della disocuppazione cui però fa da contraltare l'aumento degli inattivi, le imprese che si sono ristrutturate e la larga parte che invece non è produttiva. "Si avverte un senso di incertezza ma anche di movimento; un senso di agitazione ma non una direzione definita", sottolinea l'Istat. Di sforzi insomma ce ne sono ma non sempre vengono incanalati nella direzione giusta.Interventi sociali. Per farlo servono "interventi urgenti" per sburocratizzare il Paese, per ridurre la pressione fiscale, per alleggerire il peso dei costi della casa, dal mutuo all'affitto, per agire insomma soprattutto in campo sociale, con gli aiuti alle famiglie, con l'assistenza agli anziani, con lo sviluppo dei servizi, ma anche delle infrastrutture che, ormai a livelli di emergenza, sono diventate un tema sociale visto che la loro scarsità limita o impedisce la mobilità.La ricetta dei sindacati. A chiedere le riforme sono anche le parti sociali. Fisco, infrastrutture, relazioni sindacali, scuola sono le priorità indicate da Emma Marcegaglia: "i temi sono chiari - sottolinea il presidente di Confindustria - Adesso è venuto il momento di agire".Per Marigia Maulucci, segretario confederale della Cgil, "occorre assumere il dato della penalizzazione di stipendi e pensioni come asse centrale delle scelte", mentre per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, "la strada è quella di fare una nuova politica salariale attraverso il rafforzamento della contrattazione aziendale e territoriale".Luigi Angeletti, segretario della Uil, reclama "una seria riduzione delle tasse sui redditi del lavoro dipendente" e investimenti da parte del governo. E Renata Polverini dell'Ugl invoca "una scossa" per il Paese.
28/05/2008



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