martedì 26 febbraio 2008

RAFFAELE CUFFARO,AMICO DI TOTO' LOMBARDO...QUANTI C A S I N I!

Sicilia, finita la fronda di Miccichè, posto di Ministro per il Sì a Lombardo
Berlusconi: Senato più sicuro, Falso che scivoliamo a destra
di Emanuele Lauria

PALERMO - «Grazie all'accordo con l'Mpa di Raffaele Lombardo vinceremo le elezioni in Sicilia e anche in Senato avremo una larga maggioranza». Silvio Berlusconi, in un collegamento telefonico con un convegno organizzato a Torino da Vito Bonsignore, ex Udc passato nel Pdl, spiega quanto tenesse a risolvere il caso Sicilia. E l'intesa, adesso, serve anche al Cavaliere a spiegare che «non siamo scivolati a destra come qualcuno maliziosamente vuole insinuare. II Popolo della libertà è il centro dello schieramento politico italiano».
Insomma, ora guarda avanti con più fiducia, Berlusconi, anche perché ieri mattina ha risolto l'ultima grana siciliana: Gianfranco Miccichè, uno dei proconsoli del Cavaliere che aveva minacciato dì correre da solo per le regionali se si fosse stretto un accordo con Lombardo e l'Udc dell'ex governatore Salvatore Cuffaro, ha fatto una brusca retromarcia rinunciando alla candidatura autonoma. Miccichè ha spiegato che continuerà la sua battaglia «come garante della legalità é del rinnovamento in Sicilia». Un ruolo che, dice lui, potrà svolgerecome ministro del Mezzogiorno in un futuro governo Berlusconi e con una supervisione sulla scelta degli assessori di Lombardo.
Ma è una via d'uscita che ha attirato sul presidente dell'Assemblea regionale una valanga di critiche, da parte del Pd e dallo stesso centrodestra. «La rivoluzione di Miccichè si è risolta in una farsa», attacca il segretario del Pd in Sicilia, Francantonio Genovese. E a conferma della spaccatura interna a Forza Italia, il coordinatore regionale del partito, Angelino Alfano, ha subito chiarito che «l'unico garante dell'accordo, oltre che patrocinatore e costruttore, si chiama Silvio Berlusconi». Lo stesso Lombardo si è tolto qualche sassolino dalla scarpa: «Miccichè? Stamattina mi ha chiamato, mi è sembrato lo stesso che sei mesi fa mi supplicava di candidarmi. Non ho bisogno di garantì».
In ogni caso, senza il terzo incomodo, è partita ad Acireale la campagna elettorale del leader autonomista per Palazzo d'Orleans. Un esercito di settemila persone fatte venire in pullman da ogni provincia dell'isola, con delegazioni provenienti da altre regioni meridionali, ha affollato il Palasport. In platea, fra le bandiere con lo stemma della Trinacria e finanche un vessillo dell'Evis (l'esercito dei volontari che cullò il sogno dell'indipendenza siciliana nell'immediato dopoguerra), era presente l'intero stato maggiore del centrodestra nell'isola. Tranne Cuffaro. «Per evitare strumentalizzazioni», spiega Lombardo. Ma la figura dell'ex governatore aleggiava comunque.
Berlusconi, in mattinata, era stato piuttosto freddo: «Cuffaro? Un problema di Lombardo. Non credo parteciperà alla campagna elettorale». Ma Anna Finocchiaro, l'avversaria di Lombardo, dice che nulla è cambiato: «La candidatura di Lombardo sancisce la perfetta continuità con il precedente governo di centrodestra. È la conferma di una concezione del potere fatta di occupazione della pubblica amministrazione, di clientele e di sprechi». Lombardo ha replicato gelido: «Questa manfrina su Cuffaro e la discontinuità non nascondono un vuoto di programma, che invece mi sembra evidente nel centrosinistra».
http://www.lasicilia.it/ 25 febbraio 2008
***sopra la prima pagna dell'edizione di Palermo de "la Repubblica" del 25/2/08

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